GUIDA AI CINTURINI DI ALTA GAMMA: LA STORIA DELLA CHIUSURA DÉPLOYANT

GUIDA AI CINTURINI DI ALTA GAMMA: LA STORIA DELLA CHIUSURA DÉPLOYANT

Tanto discreta da passare quasi inosservata, eppure è un elemento fondamentale che caratterizza ogni segnatempo da polso: la chiusura è parte integrante del cinturino dell’orologio e, oltre ad avere rilevanza sotto il profilo estetico e stilistico, ha un’importanza cruciale dal punto di vista della vestibilità.

Il cinturino può essere realizzato con materiali diversi, e differenti sono i tipi di maglie dell’orologio nel caso di bracciali in metallo. Per quanto riguarda la chiusura, invece, ci muoviamo tra pochi standard principali: i più diffusi e apprezzati sono la chiusura déployante e la chiusura ad ardiglione. 

 

 

 

Louis Cartier: la chiusura déployante inaugura la sua fortunata storia

La chiusura déployante, o bouclé déployante, deve la sua fortuna a Louis Cartier che la brevettò nel 1910. Fine gioielliere-orologiaio, Cartier sapeva coniugare in modo magistrale arte e tecnica, estetica e funzionalità grazie a un’instancabile tensione creativa e un savoir-faire unico. 

 

La chiusura déployante è un fermaglio o fibbia pieghevole caratterizzato da un sistema di lamine in metallo e cerniere che, azionandosi tramite un meccanismo a pressione, si ripiegano su sé stessi assicurando la chiusura del cinturino dell’orologio. Per togliere l’orologio dal polso, si aziona il meccanismo a pressione che permette di aprire la fibbia “a libro” per allargarlo e sfilarlo comodamente.  

 

La diffusione della chiusura déployante si deve a diversi aspetti, primo fra tutti la versatilità: oggi è utilizzata dalle maison sia negli orologi con cinturini in metallo che nei cinturini in pelle. Inoltre, il design ergonomico della fibbia déployante distribuisce uniformemente la pressione sul polso regalando maggiore comfort durante l’uso dell’orologio.  

 

Questo tipo di chiusura fa sì che il segnatempo rimanga saldamente fissato al polso e, grazie al suo comodo meccanismo di apertura e chiusura, facilita l’azione di indossare e togliere l’orologio. Alla praticità si accompagna anche una nota estetica importante: la chiusura déployante aggiunge un tocco di raffinatezza ed eleganza al design complessivo dell’orologio grazie alla sua presenza discreta che contribuisce a valorizzare il design. 

 

 

Oggi le più moderne chiusure déployante possono svolgere anche compiti aggiuntivi, come ad esempio nel caso del modello sportivo Pelagos di Tudor con lo speciale fermaglio di sicurezza “T-fit” che, oltre a permettere di regolare la larghezza, contiene anche la prolunga da utilizzare quando si indossa la muta nelle immersioni.

 

La chiusura déployante: le diverse tipologie

 

Il sistema di chiusura déployante si distingue in due tipologie principali, note come “a scomparsa” e “a farfalla”.

 

 

Come suggerisce il nome, la chiusura déployante “a scomparsa” scompare letteralmente nel bracciale dell’orologio. Si pensi alla chiusura déployante del Rolex Day-Date: il fermaglio invisibile (Crownclasp) si apre mediante l’iconica corona Rolex posta sul bracciale President, l’unico indizio che svela come sbloccare e bloccare il meccanismo a pressione. Un prezioso capolavoro di eleganza e funzionalità che dal 1956 si conferma sempre attuale.

 

 

Nella chiusura déployante “a farfalla” il meccanismo di apertura e chiusura si aziona tramite un discreto bottone laterale che anima due lamine in metallo le quali, come due ali, si aprono o si ripiegano su sé stesse. Emblema di questo tipo di chiusura déployante si trova nell’Overseas di Vacheron Constantin, un gioiello di alta orologeria capace di parlare un linguaggio sportivo mantenendo una raffinatezza unica. 

 

 

Nell’iconico Panthère di Cartier, invece, le due tipologie si fondono in un bracciale che, privo di loghi o bottoni laterali, affascina per l’estrema pulizia delle linee.

 

Déployante e ardiglione insieme: l’unione di praticità ed eleganza

La fibbia ad ardiglione è un grande classico: in una parte del cinturino si trovano l’ardiglione, ovvero l’asticella o levetta metallica, e la fibbia vera e propria. La parte opposta del cinturino, nel quale si allineano i diversi fori, attraversa la fibbia; per assicurarne la chiusura, l’ardiglione si infila in uno dei fori del cinturino. Legata sicuramente agli orologi con cinturino in pelle in stile classico, oggi si può ampiamente apprezzare anche nei cinturini sportivi o realizzati con materiali innovativi. 

 

Una chiusura, però, non esclude necessariamente l’altra. Tra gli aspetti più affascinanti dell’alta orologeria, infatti, vi è la maestria nel saper coniugare meccanismi e funzionalità differenti in nome sia della praticità che dell’estetica: è così che ardiglione e déployante possono convivere armoniosamente nello stesso orologio. 

 

In alcuni capolavori di Patek Philippe , ad esempio, sono presenti entrambi i sistemi di chiusura: l’ardiglione in questi casi però ha il compito di fissare la bouclé déployante al cinturino in pelle e l’iconica fibbia a croce di Calatrava, emblema della maison, celebra il connubio tra l’eleganza dello stile classico e la funzionalità di una chiusura pieghevole dalla ricercata praticità.

 

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